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Spaghetti Chart: cos'è e come funziona

Nell’ambito del Lean Management, comprendere come si muovono materiali, informazioni e persone all’interno di uno spazio lavorativo è fondamentale per eliminare gli sprechi.


Lo Spaghetti Chart fornisce una rappresentazione visiva, semplice ma estremamente efficace, di questi percorsi.


Il termine “spaghetti” richiama la fitta trama di linee che, incrociandosi, ricordano un piatto di pasta ma, soprattutto, evidenziano le intersezioni critiche e i movimenti superflui da ottimizzare.


1. Lo Spaghetti Chart nel Lean Management


L’inserimento dello Spaghetti Chart in un’iniziativa Lean permette di andare oltre le analisi tradizionali, portando alla luce i dettagli che spesso sfuggono all’occhio: spostamenti ripetitivi tra postazioni, percorsi incrociati di più operatori e punti di congestione.


Queste informazioni diventano preziose per riprogettare il flusso di lavoro, ridurre i tempi di attesa e aumentare il valore aggiunto delle attività.


2. Step operativi per lo Spaghetti Chart


2.1. Preparazione del layout e degli strumenti


Il primo step consiste nel dotarsi di una planimetria aggiornata dell’area in esame.


Che sia cartacea o digitale, la mappa deve rispettare le proporzioni reali e mostrare chiaramente macchinari, aree di stoccaggio e postazioni di lavoro.


Prima di iniziare, è importante stabilire quale flusso seguire: un operatore, un documento o un lotto di materiale.


2.2. Rilevazione puntuale dei movimenti






Durante l’osservazione, ogni spostamento va tracciato in tempo reale: la penna o il cursore non si sollevano fino al termine del percorso.

Per monitorare più flussi contemporaneamente si possono utilizzare colori diversi, affiancati da una legenda che ne chiarisca il significato.
Un Layout pre applicazione dello Spaghetti Chart
Un Layout pre applicazione dello Spaghetti Chart




2.3. Misurazione e quantificazione delle distanze


Completata la tracciatura, si procede al calcolo delle distanze percorse, consentendo di stimare tempi e costi associati a ciascun tragitto, valutando quante volte un certo percorso viene ripetuto, più e più volte, in uno stesso periodo di tempo.


2.4. Riprogettazione del layout


Una volta effettuata un’analisi e valutazione dei percorsi e movimentazioni, è necessario razionalizzare le movimentazioni, riprogettare il layout, così da ridurre errori, movimentazioni ripetute e tempi morti, dovuti a spostamenti.


3. Strumenti complementari allo Spaghetti Diagram


3.1. La gestione a vista per un controllo immediato


Il Visual Management è un approccio che mira a integrare sagome, colori, luci ed elementi visivi per trasmettere informazioni, a tempo nullo e con zero formazione, per rendere immediata la comprensione delle informazioni a chiunque.


Questo strumento permette di rendere maggiormente efficace lo Spaghetti Chart, riducendo errori e facilitando l’ingresso di nuove persone, a costo zero.


3.2. Poka Yoke: prevenzione degli errori


Il Poka Yoke consiste in sistemi e dispositivi progettati per prevenire o identificare errori umani al momento in cui si verificano.


Grazie a sensori, guide fisiche o allarmi, è possibile ridurre drasticamente movimentazioni inutili, o ripetute, migliorando i risultati ottenibili tramite spaghetti chart.


4. L’importanza della cultura aziendale


Sfruttare gli strumenti della Lean, come lo spaghetti chart, la gestione a vista e il poka yoke, è essenziale per iniziare a diffondere una nuova cultura organizzativa all’interno dell’organizzazione.


Gli strumenti del Lean Management possono facilitare l’ingresso di una nuova cultura all’interno dell’organizzazione, ma, solamente lavorando a livello sistemico, siamo in grado di diffondere nuovi valori, coinvolgendo le persone, promuovendo il continuous improvement, valorizzando il contributo di ogni persona.


5. La tecnologia integrata nello Spaghetti Chart


Un aspetto fondamentale è quello, inoltre, di sapere come integrare le nuove tecnologie con strumenti tradizionali, ma sempre efficaci, come lo spaghetti chart.


Integrando le tecnologie con lo spaghetti chart, lo strumento si trasforma da “semplice mappa statica” di movimentazioni e spostamenti, in un sistema dinamico di monitoraggio e analisi: sensori indossabili (smartwatch, tag RFID, etc.) permettono di raccogliere, in tempo reale, coordinate e tempi di spostamento, attraverso una piattaforma centralizzata.


Tutto ciò, inoltre, permetterebbe di creare dashboard interattive, tramite strumenti come PowerBI, o Tableau, che permettono di rivedere il layout di stabilimento, iterativamente.


In questo modo, non solo è possibile visualizzare i movimenti passati, con elevata precisione, ma anche rilevare colli di bottiglia nelle movimentazioni, ottimizzando percorsi e risorse, fornendo feedback continui agli operatori, attraverso un monitoraggio costante, lungo tutto il processo di erogazione del prodotto/servizio.


6. Benefici concreti attraverso lo Spaghetti Chart


Sfruttare lo Spaghetti Chart permette di ottenere una razionalizzazione delle movimentazioni, arrivando a generare un impatto che, seppur inizialmente non sia propriamente quantificabile, sul lungo periodo permette di ridurre tempi ciclo, movimentazioni ripetute, ottimizza gli spazi e il percorso delle persone.


Tutto ciò, inevitabilmente, ha dei benefici indiretti: ambienti di lavoro più sicuri, con persone propense a mettere in discussione ogni elemento, anche gli spazi di lavoro e i layout.


7. Conclusioni e passi successivi


Lo spaghetti chart risulta essere, quindi, uno strumento essenziale per la diffusione di una cultura aziendale basata sul "mettere in discussione" tutto ciò che non genera valore per il cliente, a partire dalle movimentazioni di materiali, fino alla posizione delle varie postazioni di lavoro.


Solamente attraverso un approccio a 360°, in cui ogni elemento del luogo di lavoro viene messo in discussione, si può riuscire a diffondere una cultura organizzativa basata sul valore e sulla caccia agli sprechi.


Realizzare una cultura aziendale forte e sfruttare strumenti, come lo Spaghetti Chart, rappresenta la chiave per un miglioramento continuo sostenibile nel tempo, attraverso l'avvio di progetti pilota su specifiche aree, la raccolta di feedback e la scalabilità delle soluzioni di successo, in tutta l'organizzazione.















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